Penya Barcelonista de Lisboa

dijous, d’abril 15, 2010

Gazzetta dello sport-Barça, tre gol in scioltezza


Gazzetta dello sport
Barça, tre gol in scioltezza
Arsenal, fine della corsa
I catalani superano 3-0 il Deportivo La Coruna e si portano a +6 sul Real nella Liga col minimo sforzo. I Gunners sono sconfitti 2-1 dal Tottenham nel derby di Londra e sono a -6 dal Chelsea. Ligue 1: il Bordeaux perde a Le Mans e il Marsiglia scappa vincendo a Sochaux
LIGA — Tutto tranquillo per il Barcellona con il Deportivo La Coruna. Finisce 3-0 e la sensazione è che la squadra di Guardiola sia andata con il freno a mano. Perchè spremersi alla vigilia del derby con l'Espanyol e soprattutto della semifinale di Champions con l'Inter? Il Barça parte con un ambizioso 4-2-1-3, con Messi dietro al tridente baby Pedro-Bojan-Jeffren. Uno schieramento che di sicuro non vedremo con l'Inter, anche se la Pulce ultimamente viene spesso proposta in posizione più centrale. Dopo la traversa di Pedro, il Barça sblocca al 16'. Solito assist del solito Xavi e rete di Bojan Krkic, uno che due anni fa in Spagna consideravano più forte di Pato e che poi si è un po' perso dietro agli infortuni e alla concorrenza spietata. Poi una tranquilla gestione senza sprecare preziose energie. Messi pare stranamente normale in una ripresa in cui i catalani sembrano persino abulici prima dei gol sicurezza. Prima Pedrito approfitta di un rinvio impreciso di Aranzubia per segnare da metacampo a porta vuota un gol straordinario, alla Messi, poi Yayà Tourè realizza dopo un corner aggiustandosi la palla forse col braccio. Nella altre partite stupisce la vittoria dello Xerez per 2-1 al Vicente Calderon
Messi vuole ancora di più
"Fabregas ci rinforzerà"

Il campione argentino giura eterno amore al Barcellona ("Mi ha curato e trasferito in Spagna con la famiglia, come potrei lasciare un club così?") e chiama lo spagnolo dell'Arsenal: "Pochi ci potrebbero migliorare come lui, lo avrò di nuovo come compagno di squadra"
L'anno scorso abbiamo fatto qualcosa di speciale. Ma non credo ci ricorderanno per quello che abbiamo vinto bensì per il come"

LONDRA (Inghilterra), 14 aprile 2010 - Il Barcellona? È la squadra del sorriso. Parola di Lionel Messi, uno che, per la verità, in campo fa venire da piangere agli avversari, ma che quando entra nello spogliatoio blaugrana viene contagiato dal clima di positività che ha portato Pep Guardiola. “Al Barcellona siamo tutti amici – ha raccontato il genio argentino al Daily Express - e ci piace giocare per il nostro allenatore, ma siamo anche sufficientemente umili da renderci conto quanto siamo fortunati a giocare per questo club”. Un club che, a suo dire, “può entrare nella storia del calcio” perché ha la possibilità di fare ancora meglio dell’anno passato. “La scorsa stagione abbiamo fatto qualcosa di speciale, abbiamo dimostrato quanto siamo forti ed è stato incredibile per tutti, giocatori, società e tifosi. Quando vinci, l’unica cosa è continuare a farlo e questa è l’anima della nostra squadra, ma non credo che saremo ricordati per quello che abbiamo vinto, bensì per come lo abbiamo vinto. Spero che le persone si divertano a vederci e che fra 50 anni si parli ancora di come la nostra squadra giocava”.
blaugrana a vita — Una squadra che Messi ha promesso di non lasciare mai, indipendentemente dalle cifre che potrebbero offrirgli altrove. È una questione di lealtà. “Quando ero ai Newell’s Old Boys, la mia condizione fisica (era affetto da rachitismo; n.d.r.) mi avrebbe impedito di diventare un calciatore professionista. Mio padre Jorge era costretto a fare tre lavori per pagare le spese mediche e nessuna squadra argentina si sarebbe mai accollata l’onere di finanziare le cure. Il Barcellona, invece, lo ha fatto e mi ha offerto di trasferirmi in Spagna con la mia famiglia. Perciò, come potrei mai pensare di lasciare un club che ha fatto una cosa del genere per me? E poi, perché mai dovrei lasciare una squadra che gioca un calcio così? Ho sempre detto che intendo restare al Barcellona a vita, pertanto non giocherò mai in Premier League. Sarò sempre grato a Frank Rijkaard per avermi dato la possibilità di debuttare in prima squadra quando avevo appena 17 anni. Sapevo che all’epoca c’era qualcuno che gli diceva che non ero alto abbastanza, eppure lui mi ha dato ugualmente una chance. E poi è arrivato Guardiola e con lui sto giocando il mio calcio migliore”.

vieni cesc — Per eventuale conferma, chiedere all’Arsenal, schiantato nei quarti di ritorno al Camp Nou con un poker del genio azulgrana. Un Arsenal che mancava dell’uomo forse più importante, ovvero Cesc Fabregas. E qui la notizia è pessima per i Gunners, visto che Messi ha annunciato il prossimo arrivo del centrocampista a Barcellona. “Cesc ha l’Arsenal nel cuore – ha spiegato l’argentino – ma il Barcellona nel sangue. Non so esattamente quando arriverà, ma a un certo punto mi aspetto di averlo ancora come compagno di squadra. Sono certo che fra lui e Wenger ci sia un rapporto padre-figlio e so che Fabregas ha un legame speciale con i tifosi dell’Arsenal, ma Barcellona è la sua città e la sua squadra. Pochi giocatori sarebbero in grado di migliorarci e uno di questi è sicuramente Cesc”.

KOBE HA IL SUO AUTOGRAFO — In attesa che tale profezia si realizzi, trasformando così il Barcellona in una squadra davvero imbattibile (con il centrocampo che già hanno, l’eventuale arrivo di Fabregas sarebbe la classica ciliegina), la Messi-mania sembra non conoscere limiti. E l’ultimo a tessere le lodi del piccolo-grande ragazzino di Rosario è Kobe Bryant che, in un’intervista al Daily Mirror, ha rivelato di avere la foto autografata di Messi nel suo armadietto e di custodirla manco fosse il Santo Graal. “È il miglior calciatore al mondo e continua a migliorare. La partita della scorsa settimana (quella contro l’Arsenal, n.d.r.) è stata sensazionale. Ha un’energia inesauribile e una fantasia incredibile, ma è anche molto tosto quando gioca”.

VAN PERSIE COME LEO — Caratteristiche, queste di Messi, che Arsene Wenger rivede in Robin Van Persie, tanto da paragonare l’attaccante olandese (che dovrebbe rientrare questa sera contro Tottenham, dopo 5 mesi di stop) al campione del Barcellona. “Se non fosse stato per l’infortunio (rottura dei legamenti della caviglia; n.d.r.) Van Persie avrebbe potuto tranquillamente competere con Messi, Rooney o Cristiano Ronaldo – ha detto l’alsaziano al Daily Express – perché il ragazzo è maturato tantissimo negli ultimi 3-4 anni. È diventato un leader, perché ha un cervello votato al calcio ed è un vincente. Ha lavorato duro in queste ultime settimane e, pur mancandogli la partita, è fisicamente a posto ed è un giocatore troppo importante per la nostra squadra per rinunciarvi”.