Penya Barcelonista de Lisboa

dilluns, de maig 18, 2009

Barça campione di Spagna Ecco i padroni della Liga




Dopo tre anni, i blaugrana tornano a conquistare il campionato spagnolo, vincendolo per la 19ª volta nella storia del club. Una cavalcata trionfale che ha unito risultati e spettacolo, culminata col 6-2 al Bernabeu. Andiamo a conoscere gli uomini-chiave di Guardiola
Pep Guardiola ha cominciato a vincere questa Liga in agosto, quando si è accorto che forse non era proprio il caso di lasciar partire Samuel Eto'o da Barcellona. Da uomo intelligente, dopo aver inizialmente pensato di rinunciare al camerunese, ha saputo cambiare idea. E Samuel l'ha aiutato a rendere indimenticabile la stagione del suo debutto sulla panchina catalana, segnando a raffica. Dopo la Coppa del Re e in attesa di giocarsi la Champions League, il Barça ha conquistato per la 19ª volta nella sua storia il campionato spagnolo. Se cominciassimo a snocciolare i numero pazzeschi di questa squadra da sogno, non finiremmo più: recordi punti nel girone d'andata, quasi tre gol di media a partita, miglior difesa... e chi più ne ha, più ne metta. Meglio parlare, invece, dello show che questo gruppo di campioni ha saputo mettere in scena sui campi di tutta la Spagna: una cavalcata solitaria, quella del Barça, impreziosita dai numeri d'alta scuola di tanti fuoriclasse.
ATTACCO "ILLEGAL"
Un tridente da 70 gol non ha bisogno di molti commenti. E dietro i tre tenori, c'è un Bojan sempre più maturo e pronto a segnare reti pesanti.Messi: mettiamola così... se Cristiano Ronaldo non segnerà una dozzina di reti nella finale di Champions League, c'è un favorito d'obbligo per il prossimo Pallone d'oro. Leo, oggi come oggi, non ha eguali: i 23 gol in campionato non raccontano nemmeno un centesimo di cosa sappia fare col pallone questo giovanotto. Fenomeno.Eto'o: una valanga di gol, come sempre. Il camerunese si conferma uno degli attaccanti più letali al mondo, una vera macchina da reti: 28, per ora, in questa Liga. E' il terminale ideale per ogni azione d'attacco. Micidiale.Henry: dov'è finito il Titì che arrancava nella scorsa stagione, incapace di trovare il suo posto in attacco partendo da posizione defilata? Il francese, in questo campionato, ha fatto centro 19 volte, regalando anche manciate di assist. E' tornato quello che dominava in Premier League. Rinato.Krkic: il giovane Bojan, chiuso da un tridente che non ha sbagliato un colpo, ha dovuto accontentarsi delle briciole, trovando invece molto spazio in Europa. Ma il futuro del ragazzino serbo-spagnolo è un futuro da stella. Gioiello.
LE COLONNE PORTANTI
Dietro a un attacco così potente, ci volevano uomini in grado di dare equilibrio e ordine tattico. E il Barça ne ha più di uno.Xavi: l'Mvp dell'ultimo Europeo continua a giocare su livelli strepitosi. Oggi come oggi, è chiaramente il migliore al mondo tra i direttori d'orchestra a centrocampo: non sbaglia un pallone, organizza il gioco e dispensa assist come nessuno. Cervello.Iniesta: il "dulce" Andres, come lo chiamano in Spagna per via del carattere mite, in campo si trasforma in un demonio. Finte che fanno perdere l'equilibrio, inserimenti, buon tiro. Un grande giocatore che a volte eccede un po' nel dribbling, ma è davvero l'unica pecca di un autentico fuoriclasse. Decisivo il suo missile a Stamford Bridge in Champions, ma anche in campionato si è fatto valere. E può passare dal tridente di centorcampo a quello d'attacco a seconda delle circostanze, là sulla sinistra. Imprendibile.Puyol: capitano di mille battaglie, il buon Charlie ha sventolato la sua chioma anche quest'anno, correndo dietro a palloni e avversari. Spostato a sinistra nel periodo in cui Abidal era infortunato, si è mostrato duttile. E anche disposto a stare in panchina, ogi tanto, quando Marquez e Piqué erano particolarmente convincenti come coppia centrale. Bandiera.Valdes: non è uno dei più ammirati d'Europa nel suo ruolo, né uno dei più continui. Quando si pensa a portieri spagnoli forti, si pensa a Casillas o Reina. Ma Victor è il portiere giusto per il Barça: reattivo e pronto a uscire usando i piedi, "accorciando" la distanza dai difensori. Sveglio.Marquez: prima che un ginocchio lo tradisse in questo finale di stagione, il messicano si era reso protagonista di un campionato quasi impeccabile. Aiutato da una squadra che fa toccare poco il pallone agli avversari, non è quasi mai andato in affanno. Concentrato.Toure: seconda stagione di altissimo livello per l'ivoriano. Quando a centrocampo hai Xavi e Iniesta, uno come lui ti serve come il pane. Fisico statuario, ma piedi più che educati: in pratica, un mediano extra-lusso. Colosso.
INNESTI VINCENTI


Rispetto alla passata stagione, alcuni volti nuovi sono entrati nell'orbita culé. E si è trattato di aggiunte preziose.Alves: con uno come lui a fare il terzino destro (terzino per modo di dire), il Barça su quella fascia è in grado fare sfracelli sempre e comunque. Gran tiratore, specialista delle punizioni, dignitoso difensore. Se solo non fingesse di essere stato colpito da un fulmine dopo ogni contrasto, sarebbe perfetto. Iradiddio.Piqué: la più bella scoperta di Guardiola. "Canterano" blaugrana depredato dal Manchester Utd, è tornato dall'Inghilterra per disputare una stagione catalana da veterano, lui che di anni ne ha 22. Prezioso soprattutto nel gioco aereo, in una squadra mediamente un po' bassotta. Rivelazione.Keita: sono 4 i gol del maliano in questa Liga, tutto sommato un buon bottino. In realtà, la sua Liga è stata un po' in chiaroscuro: a volte bene, a volte meno. Toure dà più garanzie in quel ruolo, ma resta un elemento di valore. Rivedibile.Busquets: altro grande merito di Guardiola è aver lanciato "Sergi B.", ragazzo della "cantera" che avava già avuto modo di conoscere. Inserito in prima squadra, il figlio dell'ex portiere non ha tradito, nanche in un ruolo delicato come quello di centrale di centrocampo. E migliorerà ancora. Scoperta.
RICAMBI DI VALORE


Non tutti possono essere protagonisti, quando si è membri di un club di altissimo livello. Ma anche le comparse hanno saputo dare il loro contributo.Hleb: il bielorusso, prelevato dall'Arsenal, non ha trovato molto spazio in una corazzata come quella blaugrana. Usato come arma tattica o per dare fiato ai titolari, ha dato il suo contributo senza brillare troppo. Chiuso.Caceres: nel momento del bisogno, quando la difesa blaugrana perdeva i pezzi, Guardiola non se l'è sentita di dare fiducia totale al giovane uruguaiano, preferendo muovere le altre pedine. Ma Martin avrà tempo per convincere il suo tecnico. Rimandato.Gudjohnsen: rispetto alla stagione scorsa, l'islandese ha avuto a disposizione molti minuti in meno. Il motivo, non è il caso di ripetersi troppo, è la straordinaria qualità dei suoi compagni di reparto. Ma resta un jolly utile per ogni evenzienza. Sacrificato.Abidal: fuori per qualche mese causa infortunio, il francese per il resto si è distinto per affidabilità. Gli si chiedeva di coprire e spingere, ma con prudenza, per non sbilanciare ulteriormente lo schieramento in campo dei blaugrana, già iper-offensivo. Missione compiuta. Ordinato.Sylvinho: qualche apparizione saltuaria, ma con discreti risultati. Ha cercato di farsi trovare pronto quando Guardiola gli ha dato la possibilità di esibirsi, partendo spesso dalla panchina. Diligente.Solo scampoli di Liga per Pedrito e Victor Sanchez Mata, mentre l'infortunato Gabriel Milito ha dovuto saltare l'intera stagione. Anche loro, comunque, da oggi sono campioni di Spagna. E anche per loro, ora, la mente vola in avanti a quella sera del 27 maggio, a Roma. La sera in cui il Barcellona si giocherà il trono d'Europa.