Penya Barcelonista de Lisboa

dissabte, de desembre 19, 2009

Il Barça si prende il mondo


Il Barça si prende il mondo
Chiusa la stagione perfetta


Un gol di petto di Messi nel secondo supplementare decide la finale del Mondiale per club con l'Estudiantes: 2-1. Aprono gli argentini con un colpo di testa di Boselli in anticipo su Abidal (37'). Poi la squadra di Sabella fa le barricate, che crollano solo a 3' dalla fine: ci pensa il solito Pedro di testa a prolungare la gara


La stagione perfetta esiste: il Barcellona la completa ad Abu Dhabi, con un gol di petto di Leo Messi, il miglior giocatore al mondo. Sesto titolo in sei competizioni per i catalani, per Guardiola tutte vinte le competizioni a cui ha preso parte. L'incantesimo continua, ma non è stata una passeggiata: partita sottono e soprattutto sottoritmo dei catalani, vantaggio dell'Estudiantes e poi "catenaccio" vecchio stile. Il solito Pedro allunga ai supplementari quando sembra finita, poi al minuto 110 la "Pulce" arriva per prima sul cross di Alves e con un colpo di genio la spinge in rete di petto. Barcellona campione del Mondo per la prima volta nella sua storia: succede al Manchester United. E Pep Guardiola può concedersi un pianto liberatorio: il suo anno di debutto in panchina non è andato malissimo.
Risposta all'87' — La rete che consegna all'Estudiantes la coppa fino a tre minuti dalla fine è del bomber Boselli, già decisivo in finale di Libertadores. E' una delle poche sortite offensive già nel primo tempo, un cross di Benitez che supera Piqué e sui cui Abidal è in ritardo: in mezzo a quei due c'è Boselli (partito in posizione di sospetto fuorigioco) che colpisce bene di testa, in modo imparabile per Valdes. Quella che fa saltare il fortino argentino arriva invece all'87': dopo una enorme occasione mancata da Ibra di testa, sempre per via aerea arriva l'1-1: torre di Piqué e Pedro, entrato nella ripresa e sempre uomo della Provvidenza, colpisce a superare Albil, rimasto a metà strada.

stagione perfetta — Nei supplementari, scacciata la paura, il Barcellona continua ad attaccare, ma non torna quello vero. Con una prestazione non da Barcellona il Barcellona completa quella che resterà a lungo un'impresa irripetibile. Grandissimo Slam: per riuscirci anche la miglior squadra al mondo ha bisogno di alcune giocate fortunate, come il tiro di Iniesta in semifinale al Chelsea, quando i Blues festeggiavano già la finale, e ora il colpo di testa di Pedro. Non che non meritassero di vincere, i campioni d'Europa. Si gioca praticamente a una porta, ma il solito gioco di passaggi fitti e triangolazioni viene riproposto alla moviola. E quindi funziona meno: non c'è Iniesta, Dani Alves fatica a sfondare sulla destra, Ibrahimovic cerca spazi in una difesa affollata, trovandone pochi e fallendo un paio di occasioni. Su Messi c'è il raddoppio sistematico, a la Pulce soffre. Alla fine saranno decisivi gli ingressi di Pedro e di Jeffren, che sostituisce Henry e a sinistra affonda con regolarità. Nel primo tempo negano un rigore a Xavi, poi nel secondo supplementare ci pensa il genio di Messi.

delitto quasi perfetto — L'Estudiantes arriva vicinissimo al "delitto perfetto": il gol di Boselli è praticamente l'unico tiro in porta della squadra fino al 120', quando Desabato sfiora di testa una punizione di Veron rischiando di fare 2-2. Una volta in vantaggio, Perez si mette a fare il mediano, lasciando Boselli da solo davanti e Veron a lanciare. Nella ripresa, poi, si rinuncia completamente a portare la palla nell'altra metà campo: una volta recuperata, viene sparacchiata in avanti come viene. Veron gioca da fermo, soprattutto nei supplementari, ma ha idee e capacità di gestire la palla a suo piacimento. La fase difensiva, poi, è quasi perfetto fino all'87', quando la solita superiorità numerica nella propria area (di solito sono almeno in sei gli argentini nei sedici metri) viene a mancare sul colpo di testa di Pedro. "Se volete vedere spettacolo andate a teatro", aveva avvertito Veron. E non si può gettare la croce sugli argentini: l'intera squadra non varrà sul mercato quanto Ibrahimovic: il confronto non era proprio alla pari.

Valerio Clari
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