Penya Barcelonista de Lisboa

dijous, de maig 28, 2009

L'Europa è del Barça


L'Europa è del Barça

Triplete. È il tre il numero magico del Barcellona, che a Roma diventa campione d’Europa conquistando la sua terza coppa dalle grandi orecchie e portando a casa il terzo trofeo stagionale, dopo Liga e Coppa del Re. La striscia di imbattibilità del Manchester Utd in Champions League si interrompe a 25 partite, proprio sul più bello. La smantellano Eto’o e Messi, grandi firme in una serata di grande calcio. Sfuma, dunque, il sogno dei Red Devils di fare il bis sul tetto d’Europa, impresa mai riuscita a nessuno da quando è nata la Champions.

BARCELLONA AL PRIMO AFFONDO

Nella meravigliosa cornice dell’Olimpico, l’avvio è tutto di Cristiano Ronaldo. Dopo appena 2 minuti una punizione velenosa del portoghese scalda le mani a Valdes, con Park in lieve ritardo per la correzione a rete. Poi "CR7" ci prova di destro e di sinistro, senza inquadrare il bersaglio. I movimenti d’attacco dello United, con Park, Ronaldo, Giggs e Rooney a scambiarsi vorticosamente le posizioni, creano qualche affanno all’improvvisata difesa blaugrana, in cui giocano Toure e Sylvinho. Al primo tentativo, però, passano i catalani: è il 10’ quando Eto’o riceve palla sulla destra, salta Vidic come un birillo e sorprende Van der Sar sul suo palo. Dopo la finale 2006, il camerunese fa centro in un’altra finale di Champions, sempre contro un club inglese (quella volta era l’Arsenal).

RITMO CATALANO

A quel punto, la sfida si mette nella direzione che il Barça sperava. La squadra di Guardiola comincia a far girare la palla con passaggi rapidi, la specialità della casa. E sale di colpi anche Messi, che con un gran sinistro sfiora il raddoppio. La reazione dello United è affidata a una punizione alta di Giggs e ai tentativi solitari di Ronaldo. Rooney, nervoso e troppo largo a sinistra, è a lungo fuori partita. E il Barça arriva all’intervallo senza troppi scossoni.

PALO DI XAVI

Ferguson, allora, comincia la ripresa con Tevez al posto di un Anderson poco convincente, come al solito. Ma l’inizio di secondo tempo è tutto blaugrana: prima un numero di Henry costringe Van der Sar alla parata di piede, poi una punizione guadagnata dallo straordinario Iniesta e calciata da Xavi finisce sul palo. Nel mezzo, una protesta di Messi per una possibile spinta in area. La risposta è in un inserimento di Park, che non arriva di testa per un soffio su un pallone che sarebbe valso il pari.

IL SIGILLO DI MESSI

Dentro anche Berbatov al posto di Park, in uno United che diventa super-offensivo. E che perde il centrocampo, offrendo il fianco al Barça. Così, al 25’, Messi fa il passo decisivo verso la conquista del Pallone d’oro colpendo di testa (sì, di testa) un assist perfetto di Xavi. E’ il 2-0 che stende gli inglesi. Il Barça può scatenare la sua festa, mentre la Spagna vince la sua dodicesima Champions League/Coppa dei Campioni e stacca Italia e Inghilterra. Guardiola completa il suo trionfo, a soli 38 anni, entrando nel ristretto circolo di chi questa coppa l’ha alzata sia da giocatore che da tecnico. La curva “culé” lo osanna, re Juan Carlos si complimenterà con lui negli spogliatoi. Comincia la lunga notte di fiesta catalana.