Messi, il campione perfetto
Messi, il campione perfetto. Ha cancellato C. Ronaldo
L'argentino del Barcellona, con 8 gol in Champions contro uno del portoghese del Manchester, l'ha superato nel rendimento. E attacca Del Piero nel nostro sondaggio. Contro il Bayern partita da migliore del mondo
MILANO, 10 aprile 2009 - Perfecto, scrivono in Spagna. Una partita da migliore del mondo.
Qualcuno può fare di più?
No, nemmeno Cristiano Ronaldo. Barcellona è impazzita per Messi, che nelle prime pagine dei giornali politici sorride sopra la foto di Zapatero con il nuovo governo. Lo chiamano pulce, ma in realtà è una freccia che lampeggia in fase di sorpasso sul Pallone d’oro uscente. Perché oggi il numero uno è lui. Perfecto, lo definisce "el Periodico de Catalunya" e stavolta non c’è esagerazione nella pagella di Messi. Come non c’era esagerazione nelle parole del presidente del Barcellona, Joan Laporta, che alla vigilia lo aveva definito "geniale", incedibile anche di fronte a un’offerta degli sceicchi. Messi è il simbolo della politica del club che ha lasciato partire Deco e Ronaldinho per puntare sul talento cresciuto in casa fin da quando aveva 13 anni, al contrario di Ronaldo, arrivato al Manchester United dopo i primi numeri nello Sporting Lisbona.
CHE ANNATA
CHE ANNATA
- Ma la differenza tra i due è un’altra. Non l’altezza (1,84 Ronaldo, 1,69 Messi) e nemmeno l’età (24 anni compiuti il 5 febbraio il portoghese, 22 il prossimo 24 giugno l’argentino). La vera differenza è il rendimento di quest’anno. E siccome la Champions League conta più del campionato, rileggiamo queste cifre impietose: Ronaldo 1 gol (contro l’Inter) in 8 partite; Messi 8 in 8. Con il baratro scavato negli ultimi 90’. Il Ronaldo da 6,5, per la "Gazzetta", non incide nel rischiosissimo 2-2 contro il Porto, mentre il Messi da 9, sempre per la "Gazzetta", è il numero 10 che diverte e si diverte nel 4-0 al Bayern, un bancomat sempre pronto a distribuire gol, emozioni e assist per i compagni, esaltando il più spettacolare tridente del mondo: 19 gol in Champions, con Messi (8), Henry (6) ed Eto’o (5), che diventano 85 nelle tre competizioni con Messi (32), Eto’o (31), Henry (22).
SHOW
SHOW
- Numeri da capogiro, come gli ultimi quattro gol tridentati, tutti su azione e nell’area piccola, con una serie di scambi in velocità da flipper impazzito. Messi apre la "fiesta" con un morbido sinistro su passaggio di Eto’o, partendo dalla fascia preferita da lui e Ronaldo, la destra. Ma occhio all’azione del 3-0 con un inserimento centrale alla Inzaghi, tocco di destro in scivolata e "adios" tedeschi. Quando si dice la completezza, anche se la grandezza di Messi non finisce al 90’. Continua dopo, quando l’argentino si presenta in zona mista senza gel sui capelli, fermandosi a parlare con tutti con quell’aria umile da bravo ragazzo, capace di regalare più titoli per le sue prodezze in campo, che per le sue parole fuori. Mentre Rummenigge ammette che la Champions è finita, Messi ripete che la qualificazione alle semifinali non è ancora sicura. Esagerato con gli avversari e con i giornalisti, ma in senso buono senza l’arroganza di Ronaldo. E allora continua così, piccolo grande Messi. Roma ti aspetta in finale, per divertirsi come Barcellona.
Alberto Cerruti
Alberto Cerruti
La Gazetta dello Sport. com
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