Il momento della verità
Il momento della verità
di Graham HunterDa Barcellona
Non è difficile capire per quale motivo la partita fra FC Barcelona e Werder Bremen della sesta giornata di gare è stata definita un inconro da “prendere o lasciare”.
Per il Barcellona la dura relatà è questa: vincere o essere eliminato. Nessun campione in carica è mai stato eliminato nella fase a gruppi. Per il passaggio ai sedicesimi di finale è in palio un montepremi enorme. Inoltre, per il Barça è quanto mai importante dare continuità ai suoi successi in Europa visto che gli acerrimi rivali del Real Madrid CF si sono laureati campioni d’Europa già nove volte.
Grandi opportunità
Pertanto è facile capire che un’eliminazione dalla UEFA Champions League già in dicembre sarebbe quanto mai dannosa, costosa e imbarazzante per i campioni di Spagna. Va peraltro ricordato che, anche se si dovessero avverare le più pessimistiche previsioni, il Barcellona rimarrebbe in lizza per la Coppa del Mondo FIFA per club, per la Prímera División in Spagna e per la Coppa del Re.
Sarebbe sufficiente aggiudicarsi due di questi trofei e in questa stagione si stabilirebbe il record di tre trofei vinti. Infatti i catalani hanno già messo in bacheca la Supercoppa di Spagna. Se poi ne vincessero tre, allora questa diventerebbe una delle stagioni migliori nei 106 anni di storia del Barcellona.
Calendario difficile
Ma allora come hanno fatto questi campioni europei che vincono tutto a finire in una situazione così pericolosa in UEFA Champions League? Mettiamo le cose nel contesto giusto. Prima di tutto c’è da considerare l’impatto della tourneè pre-campionato che ha fatto seguito agli impegni di Coppa del Mondo FIFA.
La squadra ha giocato prima in Danimarca, poi è passata in Messico, Stati Uniti (Costa occidentale, Texas e Costa orientale) e Spagna per concludere poi a Montecarlo. Inoltre il Barça è stato in testa, o quasi, alla classifica di Prímera División per tutta la stagione, ha vinto la Supercoppa di Spagna e perso con il Siviglia la Supercoppa UEFA, una serie di impegni quanto mai difficili.
Preoccupazioni pre-campionato
Numerosi giocatori di quelli affidati a Rijkard hanno ammonito chiaramente in estate e in autunno che avrebbero pagato cari i problemi di forma fisica derivanti da un pre-campionato troppo breve seguito da viaggi intercontinentali, cambiamenti di fuso orario e quattro partite a scopo promozionale in cui le stelle quali Ronaldinho dovevano giocare in ogni caso, indipendentemente dallo stato di forma.
“La nostra preparazione pre-campionato non è stata delle migliori – ha dichiarato Rafael Márquez -. Ci sono state molte ore di volo, molte partite e poche ore di riposo per quelli tra noi che cercavano di raggiungere il livello di massima forma fisica”.
E non è stato l’unico a pensarla in questi termini. “Qualcuno di noi dormiva solo tre o quattro ore a notte a causa della differenza di fuso orario. A me è capitato anche dopo che ho cominciato a prendere dei sonniferi”, ha confermato Samuel Eto'o. Più di recente Víctor Valdés ha espresso la stessa opinione: “Forse la nostra fase precampionato non è stata proprio ideale, se l’obiettivo principale era quello di raggiungere un buon grado di forma e di condizione fisica”.
La forma giustaI grandi risultati di carattere economico raggiunti dal Barcellona sotto la presidenza di Joan Laporta implicano anche esigenze di carattere commerciale. Lo stesso si può dire della lodevole decisione di rinunciare a una notevole somma per mettere invece sulle maglie il logo dell’UNICEF.
Dopo una decisione del genere, per quanto apprezzabile, i fondi per acquistare giocatori e pagare i loro stipendi devono pur provenire da qualche parte. La vera sfida per il Barcellona quest’anno è stata quella di coniugare la sua crescita al di fuori del terreno di gioco con le vittorie da conquistare sul terreno stesso. Inoltre c’è da tenere presente che la preparazione è stata impostata in modo tale da fare raggiungere alla squadra il grado massimo di forma in dicembre, prima che essa si potesse ritemprare durante la breve sospensione del campionato di Spagna in occasione delle festività natalizie.
L’infortunio a Eto’o
Passando dall’aspetto commerciale a quello sportivo, è chiaro che anche gli infortuni hanno dato agli avversari del Barça nel Gruppo A un enorme vantaggio.
L’infortunio al ginocchio patito da Eto’o era ovviamente destinato a rovinare almeno la fase invernale della stagione. Ebbene, ce lo confermano anche le statistiche. Eto’o ha messo a segno 67 reti ufficiali in due campionati e sei gare da quando si è trasferito al Camp Nou.
La stagione scorsa ha realizzato reti impagabili in tre delle partite a eliminazione diretta giocate dal Barcellona in UEFA Champion League contro Chelsea FC, SL Benfica e Arsenal FC. Inoltre Eto’o non ha mai perso una partita di UEFA Champions League nella quale egli stesso sia andato a segno per il Barcellona.
Ha segnato in totale undici reti in 20 partite e con il Barcellona ha perso una sola gara, quella con il Chelsea. In tre stagioni il Barcellona ha affrontato il Chelsea sei volte e non ha mai avuto la meglio sui suoi attuali avversari nel Gruppo A a meno che proprio Eto’o non sia andato in gol.
Ronaldinho decisivo
Lionel Messi e Javier Saviola rimarranno anch’essi assenti a lungo per infortunio. Molti giocatori non riescono a essere al meglio della forma o della condizione fisica. Pertanto cade sulle spalle di Ronaldinho il peso del gol, almeno in Prímera División.
Nelle prime 12 giornate di campionato ha realizzato dieci reti, conquistando la vetta della classifica cannonieri e al tempo stesso il suo primato di segnature a questo punto della stagione. Eppure anche il brasiliano sta avendo problemi a raggiungere la migliore condizione fisica. “Ho lavorato duramente e ora comincio a raccogliere i frutti”, ha detto delle sue sedute personalizzate in palestra la settimana scorsa, dopo avere messo a segno una clamorosa rete in rovesciata contro il Villareal CF. Comunque, alla quinta partita della stagione scorsa in Champions League, Ronaldinho aveva realizzato cinque gol mentre adesso è fermo a quota uno. Anche un genio ha dei limiti.
Sul filo di lanaLe aspettative per fenomeni ‘mondiali’ quali il Barcellona, Ronaldinho, Eto’o e Frank Rijkaard sono enormi. Soddisfare le esigenze di carattere commerciale, essere a posto fisicamente, aumentare il profilo a livello sia individuale che di club, curare i rapporti con voraci mezzi d’informazione, evitare incidenti, sollecitare le prestazioni della squadra.
Sul filo di lanaLe aspettative per fenomeni ‘mondiali’ quali il Barcellona, Ronaldinho, Eto’o e Frank Rijkaard sono enormi. Soddisfare le esigenze di carattere commerciale, essere a posto fisicamente, aumentare il profilo a livello sia individuale che di club, curare i rapporti con voraci mezzi d’informazione, evitare incidenti, sollecitare le prestazioni della squadra.
E, non dimentichiamolo, mantenersi in corsa nei tornei a eliminazione diretta (mentre si è impegnati in altre cinque competizioni) in modo da poterli vincere in chiusura di stagione. Vi chiedevate per quale motivo il Gruppo A si deciderà sul filo di lana per i campioni d’Europa? Ecco le risposte.
©uefa.com 1998-2006. Tutti i diritti riservati.
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